I colori della notte visti dall’occhio del sensore.
Una notte senza Luna, la luce del faro di Capo Testa e la curiosità di mettere alla prova un sensore di ultima generazione sono gli ingredienti principali di questa panoramica. Suggestionato dalla predilezione per la magia dell’atmosfera notturna da parte di molti ottimi paesaggisti sardi, ho deciso di tentare a mia volta la ripresa di una sferica in pochissima luce. Pur fiducioso, non immaginavo che il sensore avesse la capacità di “leggere” così bene quei colori naturali che la notte nasconde ai nostri occhi.
Ci troviamo qui proprio all’ombra del faro, i cui fasci luminosi durante la lunga esposizione hanno creato l’effetto “alone” intorno ad una caratteristica roccia. Il terreno in primo piano nell’immagine è illuminato molto debolmente, per riflessione, dalle rocce lontane e dalle velature leggere nel cielo. Senza torcia in queste condizioni è quasi impossibile riuscire a vedere il sentiero.
L’interpretazione dei colori della notte a fini fotografici è ovviamente soggettiva, in quanto il risultato proposto dall’acquisizione digitale si allontana decisamente dall’esperienza diretta. In quest’immagine ho cercato di attenermi a quanto visto dal sensore, molto sensibile alle differenti temperature colore delle varie fonti luminose (faro e pali della luce lontani riverberati dalle nuvole).
Per i più curiosi: ho ripreso il nadir (cioè lo scatto senza cavalletto alla base della sferica) il giorno seguente all’imbrunire, a mano libera, rispettando le stesse impostazioni di diaframma, messa a fuoco e iso della notte precedente. La resa dei dettagli nel primo piano si potrebbe ulteriormente migliorare pianificando la ripresa di scatti con messa a fuoco differenziata, da assemblare poi tramite un software dedicato per il focus staking. Quest’ultimo passaggio potrebbe rappresentare lo step successivo per un prossimo esperimento, rimanete sintonizzati!