Abbiamo già avuto occasione di parlare a lungo della scenografica Cala Corsara, nel sito. In questa didascalia preferiamo invece concentrarci sugli aspetti realizzativi dell’immagine proposta, una panoramica a 360° quasi unica nel suo genere. Infatti, l’unica sferica realmente Over-Under di cui si trovasse traccia nel web all’epoca della sua realizzazione (nel 2012) era una piccola QTVR ripresa con pellicola da un venerabile pioniere delle panoramiche interattive, Scott Highton, in una laguna con acque immobili.
In quegli anni (metà/fine ’90) la fotografia 360VR (altrimenti detta panoramica immersiva o panosferica) si avvaleva di una tecnologia ancora estremamente immatura e in pochi se ne occupavano (in Italia, tra gli altri, l’eccellente Toni Garbasso): si montavano le panoramiche con QuickTime in bassissima risoluzione (cioè quanto consentito da software e hardware dell’epoca e con internet a 56K), partendo dalla scansione delle singole inquadrature riprese in pellicola.
Quei primi timidi ma fondamentali risultati (probabilmente oggi nemmeno più fruibili online) sono stati col tempo totalmente sommersi da un mare di contenuti interattivi sempre più evoluti e ormai disponibili su vasta scala, ma il loro fascino pioneristico ha rappresentato a lungo una grande ispirazione per la comunità relativamente ristretta dei panofotografi.
Questa panoramica a 360° è nata sotto la suggestione di quello stesso spirito pioneristico ma in modo quasi casuale, a seguito di un’immersione sub non riuscita nelle acque cristalline dell’arcipelago di La Maddalena per un problema di compensazione. L’idea iniziale era infatti quella di tentare una panoramica sferica subacquea, mentre dover ripiegare sulla realizzazione di una panoramica in superficie, con la tecnica Over-Under, rappresentava una sfida ancor più ardua, soprattutto considerando i limitatissimi strumenti a disposizione: maschera, pinne e una piccola action camera scafandrata da 5 megapixel.
Per rimediare all’artigianalità delle riprese ed alle minime funzionalità offerte dalla piccola action-cam (bilanciamento del bianco ed esposizione totalmente automatici e vistoso rumore elettronico) si è reso necessario un robusto intervento di post-produzione.
Il montaggio della parte immersa ha richiesto il calcolo del fattore d’ingrandimento dell’acqua (+33%) per ottenere la corretta deformazione dei singoli fotogrammi. La linea di separazione tra parte emersa e parte immersa è stata “disegnata” digitalmente, prendendo spunto da alcune immagini fortunosamente riprese a mezz’acqua nella stessa occasione.
Tuffatevi nella versione sferica interattiva!
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